Articuli:
Aleksander Horowski, Tractatus Magistri Alexandri de significationibus et expositione sacrarum Scripturarum: Introduzione ed edizione critica, 5-44
Summarium: Tractatus Magistri Alexandri de significationibus et expositione sacrarum Scripturarum asservatur cum hoc titulo in codice manu scripto saec. XV in Bibliotheca Civitatis Moguntiae (I.309) et etiam mutilus et anonymus in codice 7-2-26, saeculo XIII exeunte exarato, in Bibliotheca Columbina Hispalensi. Lectoribus offertur editio critica huius textus cum introductione, in qua probatur quod ille Magister Alexander idem est cum Alexandro de Hales. Authenticitatem textus favent inter ceteras rationes sequentes: 1. aetas codicis hispalensis, in quo occurrit etiam quaedam pars Postillarum super evangelium Ioannis, auctore ipso Halense; 2. usus Corporis Dionysiani in versione Ioannis Eriugenae; 3. affinitas inter Tractatum et alia opera halesiana, id est: Postillas super Isaiam, Quodlibetum IV et quaestionem De doctrina theologiae (ex ms. BAV, Vat. Lat. 782), quae est fons directa Summae halesianae.
Bernardino de Armellada, La exepción en Inmaculada. Exégesis generosa de s. Lorenzo de Brindis, 45-60.
Somario: La 'mariología' de San Lorenzo de Brindis tiene como eje bíblico el hecho de la 'maternidad divina'. "De ella nació el Masías". Esto le basta para deducir todos los presupuestos y consecuencias naturales y sobrenaturales que tuvieron que concurrir en la persona de María. Pero le parece que la Biblia es demasiado escasa en poner en evidencia toda esa indudable riqueza de la Madre de Jesús. Concretamente, sabía que la Inmaculada Concepción de María no era admitida por una seria corriente teológica de su tiempo. Como conocedor de la Biblia, reconoce que la revelación no ofrece textos claros sobre tal verdad - que, por otra parte, él defiende también con argumentos bíblicos -. Pero 'hay algo más que razonablemente apoye la lógica de los que defienden la total pureza de María? Después de sortear la dificultad de las proposiciones generales siempre relativas en la Escritura, Lorenzo recurre a la elocuencia del silencio de la revelación, que, sumada a la postura benevolente de la Iglesia oficial, le lleva a confesar con satisfacción: «Ante el misterio de María como inmaculada, la Escritura y el Magisterio de la Iglesia dejan en libertad para que la devoción y la generosidad respecto de María dicte a cada cristiano lo que le parezca más justo y oportuno». Exégesis generosa que puede ser eco de las pascalianas 'razones del corazón'.
Summary: The 'Mariology' of St Lawrence of Brindisi has as the biblical axis the event of 'divine motherhood'. "Of her was born the Messiah". This was enough for him to deduce all the presumables as well as the natural and supernatural consequences that are found to concur with the person of Mary. But it seems to him that the Bible is overly wanting in placing in evidence all those indubitable riches of the Mother of Jesus. He knew for sure that Mary's Immaculate Conception was not accepted by a serious theological current of his day. As a biblical scholar, he recognises that revelation does not offer clear texts on such truth – which, on the other hand, he defends well with biblical arguments. Yet, is there something more which reasonably supports the logic of the defence of the total purity of Mary? After negotiating the difficulty of the ever relative general propositions in the Scripture, Lawrence resorts to the eloquence of the silence of revelation, which, added to the benevolent attitude of the official Church, enables him to confess with satisfaction: "Before the mystery of Mary as Immaculate, the Scripture and the Church's Magisterium leave at liberty, so that the devotion and the generosity regarding Mary suggest to each Christian what seems to him more right and opportune". This generous exegesis sounds like an echo of Pascal's 'reasons of the heart'.
Federica Dallasta, La biblioteca di Alessandro Tagliaferri dottore in utroque e frate cappuccino, 61-121.
Sommario: Nel 1616 un giovane di Parma, laureato in legge, colto e di ceto benestante, decide di entrare nell'ordine cappuccino. La scelta avviene in un momento in cui i duchi Farnese promuovono la fondazione di nuovi conventi, sostengono il cenobio di Parma ed intrattengono relazioni di collaborazione con figure di spicco dell'ordine. Contemporaneamente i vescovi invitano i frati più apprezzati a predicare nella città e numerosi nobili si dispongono ad abbandonare i propri averi per diventare religiosi. Tre inventari bibliografici ci restituiscono con sorprendente precisione la composizione della biblioteca di questo dottore in utroque: i libri di diritto ereditati dal nonno e dal padre, i testi utilizzati nel percorso scolastico precedente agli anni universitari, le letture di svago negli ambiti letterari (in particolare le numerose commedie), le opere di spiritualità e la bibbia.
Summary: In 1616 a young man of Parma, a law graduate, refined and hailing from the well-to-do class, decides to enter the Capuchin Order. The choice occurs at a time when the Farnese dukes were sponsoring the establishment of new friaries, maintaining the coenoby of Parma and entering into relationships of collaboration with the high-ups in the Order. Contemporaneously the bishops were inviting the better esteemed friars to preach in the city and many nobles were readying themselves to give up their possessions in order to become religious. Three bibliographical inventories restore for us with amazing accuracy the components of the library of this double law-graduate: the law books inherited from the grandfather and father, the texts used for courses before the university years, reading matter for leisure from the area of literature (especially numerous comedies), works on spirituality, and the Bible.
Elisabetta Landi, Aristocratica eremita. Per una biografia di Lapaccina Dal Gallo (Pistoia 1591-1635), 123-148.
Sommario - Nella costellazione della presenza mistica femminile del Seicento si è imposta di recente all'attenzione degli studiosi la figura della nobildonna Lapaccina Dal Gallo (Pistoia, 1591-1635), ricordata per la prima volta nel 1666 nel volume la Pietà di Pistoia e citata nuovamente nel 1818 nei Cataloghi dei santi, dei beati e di altre persone insigni nella pietà pistojese. Fu una personalità notevole – seppure poi dimenticata – riconosciuta dalla devozione popolare e significativa nella religiosità locale, anche se un processo di beatificazione non ebbe mai luogo. L'occasione per il recupero della fisionomia di Lapaccina, cappuccina ed eremita, fu nel 2006 lo studio su un dipinto riferito tradizionalmente a Elisabetta Sirani. Nel presente articolo si ripercorre la vicenda critica dell'opera, voluta sull'altare Dal Gallo della chiesa di S. Francesco a Pistoia probabilmente dagli eredi della gentil¬donna, nell'intento di onorarne la devozione per il Santo di Assisi con la ripresa di un tema iconografico francescano: Madonna in trono con Bambino, san Francesco d'Assisi e magari altri santi, che ebbe grande successo e diffusione dopo l'esempio di Guido Reni. L'articolo ricostruisce anche gli elementi noti della vita di Lapaccina dalle vicende familiari e matrimoniali alla scelta di vita eremitica fino alla sepoltura presso la chiesa dei cappuccini con l'autorizzazione del generale Girolamo Mautini da Narni.
Sommaire: Dans la constellation de la présence mystique féminine du XVIIe siècle s'a récemment imposée à l'intérêts des étudiants la figure de la noble femme Lapaccina Del Gallo (Pistoia, 1591–1635). Elle est nommée pour la première foi en 1666 dans le volume La pitié de Pistoia, par Joseph Dondori de Pistoia, provincial des capucins et encor en 1818 dans les Cataloghi dei santi, dei beati e di altre persone insigni nella pietà pistojese. Elle fut une remarquable personnalité – bien qu'elle fut en après oubliée -, reconnue par la dévotion populaire e significative dans le milieu locale, encore qu'un procès de canonisation n'ai jamais eu lieu. L'occasion pour reparler de la figure de Lapaccina, capucine et érémiste, fut l'étude en 2006 d'un tableau traditionnellement référé a Elisabetta Sirani. Dans cet étude l'a. reconstruit les événements de l'œuvre que probablement les héritiers de Lapaccina ont voulue sur l'autel de l'église de Saint François de Pistoia pour honorer la dévotion de la femme envers le Saint d'Assise avec la reprise d'un thème de l'iconographie franciscaine: la Vierge en trône avec l'enfant Jésus, saint François e quelques autres saints, thème qui eut grand succès et diffusion après l'exemple du grand peintre, amis des capucins, Guido Reni. L'article reconstruit, avec recours à documents inconnues des archives, les faits de la vie de Lapaccina avec ses moments familiales e matrimoniales et le choix de la vie érémitique jusqu'à l'enterrement dans l'église des capucins après la permission du général de l'Ordre Girolamo Mautini de Narni.
Vincenzo Criscuolo, San Lorenzo da Brindisi e i due monasteri brindisini delle cappuccine, 149-176.
Sommario. – Sulla basi di documentazione per la massima parte ancora inedita, il presente studio descrive le animate fasi relative alla fondazione e della costruzione in Brindisi del monastero di Santa Maria degli Angeli, voluto dal santo generale cappuccino Lorenzo Russo da Brindisi, finanziato dal duca di Baviera Massimiliano I di Wittelsbach e destinato alle clarisse cappuccine brindisine, il cui precedente monastero di Santa Chiara era situato in luogo improprio e minacciava rovina. Particolare curioso è la volontà iniziale del generale cappuccino di costruire al posto della sua casa natale solo una cappella, le cui dimensioni furono successivamente ampliate per consentire l'istituzione di una seconda chiesa parrocchiale in Brindisi, per pervenire finalmente, in seguito ai generosi finanziamenti provenienti dalla Baviera, alla costruzione di un grande monastero per le cappuccine. Attualmente è rimasta a Brindisi solo la chiesa di Santa Maria degli Angeli, mentre il monastero, soppresso alla fine dell'Ottocento, è stato abbattuto per far posto a un edificio scolastico.
Summary: The present study published on the occasion of the fiftieth anniversary of the granting of the title "Doctor of the Church" to St Lawrence of Brindisi on 19 March 1959, concerns essentially two monasteries of the Capuchin Poor Clares in the town of Brindisi: the first, dedicated to St Clare, from 1577 to 1619; the second, dedicated to St Mary of the Angels, from 1619 to 1914. On the basis of documents largely inedited including a letter of the Capuchin Saint and Doctor, the author's attention focuses principally on the latter one, willed by St Lawrence of Brindisi and directly built where once stood his natal home alongside some houses belonging mostly to his relatives. The expenses of the construction were assured by the lavish generosity of Maximilian I of Wittelsbach, Duke of Bavaria from 1598 to 1623, hence Prince Elector till death on 27 September 1651. The Duke of Bavaria also pledged costly liturgical vestments, numerous relics and various pontifical privileges to the monastery of the Capuchin Poor Clares of Brindisi. Grave difficulties called for the shifting of the nuns from the old monastery to the new one, a task in which St Lawrence was personally involved, soliciting directly Vatican's intervention. The monastery was suppressed in 1866 and was pulled down definitively in 1914. However the church of St Mary of the Angels was left standing; it was recently restored and still preserves the coat of arms of Maximilian I and his consort Elizabeth Renata of Lorraine, and the many relics sent there, thanks to the interest of St Lawrence of Brindisi.
Zusammenfassung. – Auf der Basis von überwiegend unedierten Dokumenten werden in diesem Artikel die historischen Ereignisse erörtert, die zur Gründung und dem Bau des Kapuzinerinnenklosters „Santa Maria degli Angeli" in Brindisi zwischen 1609 und 1619 geführt haben. Als Gründer des Klosters ist der Generalobere des Kapuzinerordens der hl. Laurentius Russo von Brindisi zu betrachten. Die nötigen finanziellen Mittel wurden ihm vom bayerischen Herzog Maximilian I. von Wittelsbach zur Verfügung gestellt. Errichtet wurde das Kloster an der gleichen Stelle an der das Geburtshaus des hl. Laurentius stand. Dort wollte der Kapuziner zuerst nur eine Kapelle bauen lassen, aber nachdem ihm die finanzielle Hilfe zugesichert wurde, dachte er an eine neue Pfarrkirche in Brindisi und schliesslich an ein neues Kapuzinerinnenkloster, das das alte und nicht mehr zum Klosterleben geeignete Kloster „Santa Chiara" ersetzen sollte. Heute existiert von dem ganzen Komplex von „Santa Maria degli Angeli" nur noch die Kirche. Das Kloster wurde vom italienischen Staat konfisziert, um 1913 abgerissen und an ihrer Stelle wurde ein Gymnasium errichtet.
Mauro Papalini, L'orario italiano. Struttura e uso nei monasteri di clarisse, 177-220.
Giosuè Berbenni, L'organaro Damiano Damiani (1763-1842) frate cappuccino, 221-294.
Zusammenfassung: Der Kapuzinerbruder von Bergamo, Damiano Damiani (1763-1842), von 1816 bis 1838 in Oberitalien wirkende, scheint der einzige bekannte Orgelbauer des Ordens gewesen zu sein. Als Schüler der berühmten Orgelbauerfamilie Serassi hat er bedeutende Spuren hinterlassen, und einige seiner Werke funktionieren noch heute. Er konstruierte, vergrößerte oder restaurierte über fünfzig Orgeln, etwa vierzig davon baute er neu. Dadurch verbreitete er die hervorragende Schule von Bergamo in weiteren Gegenden wie im Veltlin, in der Gegend um Como, um Cremona und Verona, von Brescia bis zum Gardasee, in die Täler von Trient und im Schweizer Kanton Tessin. Damiano Damiani greift den barock-orchestralen Stil auf, mit einer strikten Trennung zwischen Vollwerkregistern und Konzertregistern und doch in gelungener Verquickung, mit Plan- und Bauelementen, die von den Serassi herrühren. Nach fast zwei Jahrhunderten, wird noch auf einem Dutzend von Damiani-Orgeln, also einem Viertel seiner Werke, gespielt. Seine Instrumente sind solide, effizient, mit Material erstklassiger Qualität gebaut und haben einen vollen, angenehmen, klaren und gefälligen Klang. – Der Autor schließt mit dieser vertieften Studie seine langen Forschungen ab und hebt die künstlerischen Fertigkeiten ans Licht, welche diesen Kapuziner als Orgelbauer auszeichneten.
Notae:
Roberto Paciocco, I frati minori, la Sede Apostolica e le santità mancate. Un'ottica aggiuntiva, 295-304.
Benedict Vadakkekara, A tribute to St Lawrence of Brindisi Doctor of the Church, 305-312.
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Recensiones, 313-442
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Benedict Vadakkekara, Chronicle of 2007, 443-464.