Articuli:
Aleksander Horowski, Il Manoscritto Oxford, Bodleian Library, Bodley 292 e Le Questioni disputate postquam fuit frater di Alessandro di Hales 485-516
Summary: - The Editors of Quaracchi, preparatory studies edition of the works of Alexander of Hales, did not have the complete knowledge of the manuscript Oxford, Bodleian Library, Bodley 292, which sends a large group of disputed questions of this author. The article provides the complete description of the codex and confront the issues contained therein with those already found, in different forms editorial. The manuscript confirms the existence of two questions so far only assumed as sources of Summa Fratris Alexandri. In addition as many as 14 issues have been found now in a form of drafting so far not proven for these texts. The analysis of the order of the questions allows to determine with greater affidibilità their succession and subdivision in series. The appendix indicate, in alphabetical order, the opening words of the issues halesiane transmitted by ms. Bodley 292.
Keywords: - Alexander of Hales - medieval theology (XIII century) - Franciscan School of Paris - disputed questions - ms. Oxford, Bodleian Library, Bodley 292.
Sommario: - Gli Editori di Quaracchi, negli studi preparatori all'edizione delle opere di Alessandro di Hales, non hanno avuto la conoscenza completa del manoscritto Oxford, Bodleian Library, Bodley 292, che trasmette un consistente gruppo di questioni disputate di quest'autore. Nell'articolo si offre la descrizione completa del codice manoscritto e si confrontano le questioni ivi contenute con quelle già reperite, anche in forme redazionali diverse. Il manoscritto conferma l'esistenza di due questioni finora solo ipotizzate come fonti della Summa fratris Alexandri. Inoltre ben 14 questioni sono state ritrovate ora in una forma redazionale finora non attestata per questi testi. L'analisi dell'ordine delle questioni permette di stabilire con maggiore affidibilità la loro successione e suddivisione in serie. Nell'appendice si indicano, in ordine alfabetico, gli incipit delle questioni halesiane trasmesse dal ms. Bodley 292.
Parole-chiave: - Alessandro di Hales − teologia medievale (XIII secolo) − scuola francescana di Parigi − questioni disputate – ms. Oxford, Bodleian Library, Bodley 292.
Joshua C. Benson, Bonaventure's Inaugural Sermon at Paris: Omnium artifex docuit me sapientia Introduction and Text 517-562
Summary: – This essay provides an edition of and introduction to Bonaventure's inaugural sermon at Paris. The first half of the sermon or "commendatio" is the previously unedited sermon "Omnium artifex docuit me sapientia," and second half of the sermon or "resumptio" is the earliest version of a text that would come to be known as the "De reductione artium ad theologiam." The introductory essay provides evidence in addition to the author's previous publications that this two part sermon is indeed Bonaventure's inaugural sermon at Paris.
Keywords: – Medieval Theology – Scripture – Inaugural Sermons – Bonaventure
Sommario: – L'articolo offre un'edizione e una introduzione al sermone inaugurale di Bonaventura a Parigi. La prima parte del sermone, o "commendatio" corrisponde al sermone inedito "Omnium artifex docuit me sapientia," mentre la seconda parte, o "reseumptio", costituisce la primissima versione di un testo che sarebbe diventato noto come "De reductione artium ad theologiam". Questo saggio intoduttorio, insieme ad altre precedenti pubblicazioni dell'autore, dimostra con evidenza che questo sermone bipartito è davvero il semone inaugurale di Bonaventura a Parigi.
Parole chiave: – Teologia medievale Sacra Scrittura – Sermoni inaugurali – Bonaventura
Alberto Forni - Paolo Vian, Un codice curiale nella storia della condanna della Lectura Super Apocalipsim di Pietro di Giovanni Olivi: Il Parigino Latino 713 II 563-677
Sommario: – Nella prima parte dell'articolo è stata dimostrata la stretta relazione del ms. Par. lat. 713 con la censura magistrale della Lectura super Apocalipsim degli anni 1317-1319 e con la successiva estrazione degli articoli da parte di Giovanni XXII (Tabella A). In questa seconda parte ci si sofferma invece dapprima sulle indicazioni, presenti nel manoscritto parigino, relative a passi dell'opera che non hanno corrispondenza nelle scelte degli 84/60 articoli e nei quattro articoli di scelta papale (Tabella B). Si cerca quindi, con una considerazione globale della molteplicità dei fenomeni osservati, di avanzare qualche ipotesi sulla natura «curiale» del codice. Questo, utilizzato dai «magistri» nel 1319 per collazionare i luoghi censurati della Lectura nella definitiva estrazione dei 60 articoli (pur non essendo il codice da cui vennero tratti), fu plausibilmente ancor prima nelle mani di Giovanni XXII. Gli interventi diretti del papa sul codice, volti a identificare punti che avrebbero riguardato i quattro articoli da lui estratti nel 1322, mostrerebbero il suo personale, precoce (fin dal 1318) e puntuale interessamento per la Lectura. Essi potrebbero essere piú estesi di quanto sospettabile, anche per il probabile nesso fra le note autografe del papa sui margini del ms. Par. lat. 3381 A (contenente il testo degli 84 articoli della Lectura estratti da Niccolò da Prato) e alcuni segni riscontrabili sul ms. Par. lat. 713. Già però in precedenza, al di fuori di ogni procedura censoria, il codice era servito per una o piú semplici letture, da attribuire a persone accorte nel segnalare in modo vistoso passi importanti che non sarebbero stati censurati. Vengono infine ripercorse le vicende del ms. Par. lat. 713 nella biblioteca papale, fra Avignone e Peñiscola, fino alla sua sede attuale. Un codice che appare oggi testimone privilegiato, per autorevolezza e datazione, fra quelli che trasmettono il testo, e anche distinta eco, nei marginalia, delle aspre controversie da questo suscitate nell'età della caduta del millenarismo medievale.
Parole Chiave: Pietro di Giovanni Olivi - Giovanni XXII - Arnoldo Royardi, O.F.M. - Bertrando de Turre, O.F.M. - Guglielmo de Lauduno, O.P. - Guido Terreni, O.Carm. - Lorenzo Anglicus, O.S.B. - Niccolò da Prato, O.P. - Niccolò de Sancto Iusto - Pietro de Palude, O.P. - Simone Anglicus, O.Carm. - Teologia medievale - Teologia francescana.
Vernon Wagner, The Holy Spirit according to St. Lawrence of Brindisi 679-694
Summary: – The Holy Spirit is the gift of both the Father and the Son, although more properly the gift of the Father through the Son. He is prefigured in many images in the Old Testament and revealed in many symbols in the New Testament. Among these is his appearance as a dove at the baptism of Jesus, but his nature and role are revealed primarily in the driving wind and the tongues of fire with which he descended on the apostles on Pentecost. Among the various names given to him, that of the Paraclete, the name bestowed on him by Jesus himself, essentially includes all others. His presence in the Church will extend until the end of time in order to witness to the truth of the Gospel proclaimed by the Church and in order that he may be the heart of the Church in giving it life and perennial vitality.
Key words: Holy Spirit – Holy Trinity – Christian Theology – Christian Church
Sommario: – Lo Spirito Santo è il dono del Padre e del Figlio uniti, anche se, piú propriamente, è il dono del Padre attraverso il Figlio. Lo Spirito Santo è prefigurato nel Vecchio Testamento in molte immagini e rivelato attraverso molti simboli nel Nuovo Testamento. Tra questi c'è la sua comparsa come colomba al battesimo di Gesú, ma la sua natura e il suo ruolo sono rivelati soprattutto nel soffio di vento e nelle lingue di fuoco con le quali discese sugli apostoli nella Pentecoste. Tra i vari nomi che gli vengono attribuiti, quello di Paraclito, attribuitogli dallo stesso Gesú, è quello che include sostanzialmente tutti gli altri. La presenza dello Spirito Santo nella Chiesa si estenderà fino alla fine del tempo per testimoniare la verità del Vangelo proclamato dalla Chiesa e per poter essere il cuore della Chiesa conferendole vita e vitalità perenne.
Parole chiave: – Spirito Santo – Santissima Trinità – Teologia Cristiana – Chiesa Cristiana
Giuseppe Cassio, L'iconografia di santa Chiara nella Provincia di Terni 695-726
Sommario: - Il saggio riassume l'iconografia di santa Chiara tra XIV e XXI secolo soffermandosi su una serie di immagini sparse sul territorio provinciale di Terni. Tra queste spicca la prima effigie esistente nell'Eremo di Sant'Urbano, seguita dalle bellissime riproduzioni di Bartolomeo di Tommaso, Ghirlandaio, Piermatteo d'Amelia, Troppa, Sortini e per concludere la recentissima pala di Casentini nel Monastero della Ss. Annunziata di Terni. Il tentativo di dare il giusto risalto alla maggior parte delle opere rintracciate – anche quelle apparentemente effimere – va letto in chiave culturale e religiosa. L'arte figurativa, ad ogni modo trasmessa, rappresenta per il credente – e a maggior ragione per le consacrate – un mezzo preferenziale per accedere alla perfezione spirituale, che si traduce nella soddisfazione di un bisogno indispensabile: quello di identificarsi con il soggetto raffigurato. Per tale motivo quindi nulla o quasi è stato tralasciato, nella consapevolezza che l'immagine di Chiara non è ancor oggi percepita al modo di una mera rappresentazione antiquaria quanto una 'presenza' viva oggetto di ritualità nascoste fatte di gesti quotidiani e colloqui interiori.
Parole chiave: - Storia dell'arte, secc. XIV-XX - Arte religiosa - Umbria - Santa Chiara d'Assisi
Summary: - The essay offers a résumé of St Clare's iconography between the 14th and 21st century, focusing on a series of pictures scattered across the Italian province of Terni. Among these, the most noteworthy ones are her earliest extant representation which is in the Eremo di Sant'Urbano, the beautiful reproductions of Bartolomeo di Tommaso, Ghirlandaio, Piermatteo d'Amelia, Troppa and Sortini, and the very recent altar-piece of Casentini in the Monastero della Ss. Annunziata of Terni. The effort to give due emphasis to the majority of the works traced – also those apparently superficial - should be viewed in the cultural and religious perspective. Whichever be its form of transmission, visual art is for the believer - even more so for the women religious – a preferred medium to reach spiritual perfection, leading to the satisfaction of an indispensable need, namely, self-identification with the subject depicted. This explains why almost nothing has been left out, as it is recognised even today that Clare's figure is perceived not as a mere antique representation but as a living 'presence', an object of quiet rituals made up of everyday gestures and interior dialogue.
Keyword:. – History of art – XIV-XX cent. – Religious art – Umbria – St Clare of Assisi
Alessandro Finzi, Santa Rosa de Viterbo y el cuadro de Bartolomé Esteban Murillo del Museo Thyssen-Bornemisza de Madrid. Documentación histórica e iconográfica 727-740
Summary: - The most famous of Saint Rose of Viterbo's portraits, a 17th-century work of Bartolomé Esteban Murillo, is currently on display at the Thyssen-Bornemisza Museum in Madrid. In 1982, during an exhibition in that city, the subject suddenly changed and it was held that the painting did not any more represent the hermit St Rosalia of Palermo. But research shows that the picture undeniably represents St Rose of Viterbo. The arguments are based on the fact that historically the painting has anciently and consistently represented the Saint of Viterbo. The extent of the diffusion of Rose's popularity may be gauged by the fact that in the 17th century her life was described by as many as seven Spanish or Portuguese editions on the part of four different authors, while the cult of St Rosalia was still in its infancy in Sicily. Hence it was impossible that the Capuchins in Seville, for whose friary the picture had been commissioned, should have preferred the picture of an unknown hermit to the popular tertiary. Finally, the discovery of an ancient painting and a 17th–century print with the same motif of Murillo's painting and having the inscription: "S.ta Rosa de Viterbo", as well as the fact that the background of the painting by Murillo shows a specific and well-known miracle of the Saint of Viterbo leave no uncertainty in this regard.
Keywords. – St Rose of Viterbo – Saint Rosalia – Esteban Murillo – Thyssen-Bornemisza Museum
Sommario: - Il più famoso dei ritratti di santa Rosa da Viterbo, opera seicentesca di Bartolomé Esteban Murillo, esposto attualmente al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, durante una esposizione in tale città, nel 1982, cambiò improvvisamente di soggetto e si ritenne che il quadro rappresentasse non più la terziaria francescana, ma l'eremita palermitana santa Rosalia. La ricerca dimostra che il quadro rappresenta incontestabilmente santa Rosa da Viterbo. Gli argomenti riguardano sia il fatto che il quadro ha rappresentato storicamente in antico e costantemente la santa viterbese, sia la dimostrazione della popolarità di Rosa la cui vita era descritta nel secolo XVII da ben sei edizioni in lingua spagnola o portoghese da parte di quattro diversi autori, mentre il culto di santa Rosalia era ancora agli albori in Sicilia per cui era impensabile che i cappuccini di Siviglia, per il cui convento l'opera era stata commissionata, preferissero l'immagine di una sconosciuta eremita alla popolare terziaria. Infine la scoperta di un antico quadro e di una stampa seicentesca, con lo stesso soggetto del quadro del Murillo, che portano la scritta: "S.ta Rosa de Viterbo", insieme al fatto che sullo sfondo del quadro del Murillo è illustrato un famoso e specifico miracolo della santa viterbese non lasciano incertezze in materia.
Parole chiave: - Santa Rosa - Santa Rosalia - Esteban Murillo - Museo Thyssen-Bornemisza.
Filippo Sedda, Questioni di ecdotica "francescana": note a margine di una recente edizione critica del Memoriale in desiderio animae 741-756
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Recensiones 757-824
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Benedict Vadakkekara, Chronicle of 2010 459-480
Opera ad directionem missa 825-829
Index personarum 831-859
Index rerum 861-865
Novità editoriali 866-867