La visita generale di Giovanni Maria Minniti da Noto. Diario e Protocollo 1625-1631. A cura di Gabriele Ingegneri. (Monumenta Historica Ordinis Minorum Capuccinorum 30), Roma 2005. 367 p. (€ 20) – ISBN 88-88001-26-3
Il volume si colloca sulla linea della pubblicazione dei resoconti delle visite che i generali dell'ordine cappuccino compirono ai frati secondo il prescritto della regola francescana. La visita dei Giovanni Maria Minniti da Noto († 1631) fu la prima a raggiungere tutte le circoscrizioni nell'Europa cattolica del tempo, fermata solo dalla morte quando restavano da raggiungere due sole province. Come è noto a chi conosce la collana di Monumenta, il genere diario di viaggio sarebbe stato adottato da qualche segretario accompagnatore dei generali cappuccini soltanto successivamente, per cui questo codice contiene soprattutto corrispondenza. I principali corrispondenti del generale sono il procuratore generale dell'ordine, Francesco Neri da Genova, e i superiori e frati delle province dell'Italia meridionale, ma non esclusivamente, durante la visita. Nonostante la stringatezza dello stile del protocollo, possiamo incontrare diversi dei principali problemi che interessavano i cappuccini in quegli anni e alcune delle figure più rappresentative, ma il codice è importante pure per la conoscenza di moltissimi aspetti della vita dell'ordine attraverso lo scambio epistolare con moltissimi religiosi, come documenta l'indice dei nomi a fine del volume. Numerosi sono pure i contatti con le autorità ecclesiastiche. Sono riportati inoltre gli elenchi dei superiori eletti dai capitoli provinciali di quegli anni e le patenti di predicazioni per i novelli predicatori dell'Italia meridionale. Per l'aspetto diaristico il susseguirsi dei luoghi di spedizione permette di ricostruire l'itinerario del lungo viaggio, durato più di cinque anni, attravreso l'Italia, la Francia, la Spagna, la Svizzera, l'Austria e la Germania del sud-ovest. Grande importanza rivestono pure le annotazioni logistiche e geografiche raccolte all'inizio e alla fine del volume, servite probabilmente a uno dei segretari del generale, Silvestro Pepi da Panicale, per la composizione del suo Atlante.