MTC 8

Mattia da Parma, Viaggio dell'anima per andare a Dio (1652), a cura di Rosalba Gentile (Miscellanea di testi cappuccini, 8). Roma, Istituto Storico dei Cappuccini, 2009. 22 cm., 303 p., ill. ISBN 978-88-88001-58-6 (€ 25,00).

 

MTC 08 M ParmaIl Viaggio dell'anima di Mattia da Parma esce nel momento di maggior espansione dell'Ordine cappuccino, che ha come carisma preminente la predicazione, sulla quale si è concentrata la storiografia recente. Meno nota è la fioritura di una letteratura spirituale fatta di libretti di devozione o di avviamenti alla preghiera che procurò di diffondere capillarmente, fino alle indicazioni per la più minuta pratica quotidiana, i concetti, le immagini e il linguaggio che nello straordinario teatro dell'interiorità si andavano elaborando. I modelli ideali si possono indicare nelle opere di Benoît de Canfield: il Chevalier chrétien e la Règle de perfection che esemplificano le due direttrici maggiori della riflessione portanti sulle partizioni interiori – scale, progressioni, armi di difesa e d'offesa, architetture simboliche –, e a individuare nella abnegatio voluntatis il momento unico e sufficiente intorno a cui costruire il percorso della vita spirituale, provvisto di quel tipo di preghiera ardente e semplice che è l'aspirazione. Mattia da Parma fa proprio il motto dell'Imitazione di Cristo, "ama nesciri et pro nihilo reputari", e lo applica però a quelle "minime negazioni di volontà" che la scuola stessa dell'Ordine aveva indicato come "di gran merito" e reiterabili all'infinito. L'attenzione alla pratica contraddistingue il carattere di questa letteratura spirituale, poco incline a proporre grandi topografie dell'anima e maggiormente versata a proporre testi di contenuto più effettuale, e meno speculativo. Attendere alla "pratica" non vuol dire però disperdersi nei mille rivoli della casistica, bensí cercare quell'unum necessarium cui ricondurre ogni tipo di pratica, in specie, come scrive Mattia da Parma, quella "direzione d'intenzione, o alchimia spirituale" in grazia della quale le opere da buone diventano migliori, e da naturali spirituali, tanto che anche "il levare un filo, una paglia da terra, un dare un poco d'acqua, e il fare altre opere, ancorché picciolissime, averanno merito incomprensibile per il motivo con che s'opera". Il Viaggio dell'anima è esempio eccellente, assommandosi la teoria e la pratica, la ricapitolazione dei punti più rilevanti dell'elaborazione speculativa e le indicazioni più minuziose per la pratica quotidiana e settimanale della meditazione e orazione mentale e poi i principî di astrazione e di visualizzazione interiore, l'attenzione alle vie della mortificazione e l'esaltazione dell''estasi attivo' la 'vita in Dio' in cui si acquista 'la perfetta denudazione dell'anima e la vera pace del cuore'. In questo difficile equilibrio tra le varie fasi della vita spirituale, cosí come tra i vari linguaggi che la descrivono, si pone il merito principale del Viaggio dell'anima, che potrà essere annoverato tra i classici della letteratura spirituale italiana del Seicento; e va ascritto a merito non piccolo della curatrice aver saputo portare a termine l'edizione, entro le mura di una pubblica Università cui si spera non verrà tolta del tutto la possibilità di continuare a studiare i tesori della nostra tradizione. (dalla Premessa di Sabrina Stroppa)

 

 

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